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sabato 4 giugno 2016

VITA IN CAMBIO DI MORTE!

Carissimi Amici, siamo alla decima Domenica del Tempo Ordinario. Questa Domenica la liturgia ci propone il Vangelo di Luca con il brano della risurrezione del giovane figlio della vedova di Nain. Pubblichiamo la riflessione del nostro fra Rosario M. Terranova. Buona lettura e buona Domenica!
Gesù risuscita il figlio della vedova di Nain - Duomo di Monreale (PA)

Il Vangelo di questa Domenica è l’episodio in cui Gesù risuscita il giovane figlio di una vedova della città di Nain. C’è un fortissimo collegamento con il brano dell’Antico Testamento in cui il profeta Elia risuscita il figlio della vedova di Sarepta (cfr 1Re 17). L’evangelista vuole mostrare che Gesù è IL profeta che il popolo aspettava, il Messia! Ma non con le modalità che credeva la gente di quel tempo. Anche Giovanni Battista, come si vede dai versetti successivi, fa fatica a riconoscere Gesù come Messia: «sei tu colui che deve venire?».

In questo brano l’Evangelista Luca ci mostra come e in che situazioni Dio ci dona vita e liberazione. Durante il cammino Gesù, profondamente commosso, si accosta alla bara del ragazzo e la tocca. Quando lasciamo toccare a Dio la nostra vita, tutte quelle situazioni in cui sperimentiamo morte e sofferenza, ci viene fatto dono della sua Vita! Infatti, da quando “Dio ha visitato il suo popolo”, cioè da quando Gesù cammina nelle strade del mondo non c’è più spazio per la morte. Egli è la Vita e non c’è più spazio per la morte, se noi restiamo uniti a lui come i tralci alla vite.

Questa donna sperimenta solitudine, morte, povertà, silenzio, sofferenza e disperazione. Non si riesce ad immaginare un dolore più grande di una madre a cui muore il proprio figlio. È tutto ciò che Gesù stesso ha sperimentato sulla croce, un abbandono totale. 

Sembra, però, che avvenga uno scambio! Dio consegna il suo Figlio alla morte per far rilasciare il figlio della vedova. Gesù prenderà e porterà con sé, sulla croce, tutte queste nostre “morti”, e da lì ci donerà la vita. In questo modo Gesù consegna se stesso alla morte, ma riprende tutto ciò che ella ci aveva strappato.Ma noi possiamo decidere di non lasciar toccare a Dio quei luoghi di morte che viviamo; possiamo scegliere di non ascoltare la Parola di Vita che Egli ci rivolge. In questi casi lasciamo alla morte che ci strappi dalla vita che è Dio!

Dunque, uno degli inviti che questo brano ci rivolge è quello di restare sempre uniti a Gesù e consegnare nelle sue mani ciò che la morte sembra volerci strappare. In fondo ciò è l’essenza dell’essere “discepoli”: restare uniti a Gesù come i tralci alla vite. 

Un altro invito ci viene ancora rivolto. Anche noi, discepoli di Gesù, spesso incontriamo lungo il cammino tanti “cortei funebri”, cioè tanti fratelli e sorelle che vivono momenti di “morte”, di smarrimento, di sofferenza. "Stranamente" molti di questi sono “giovani”, come nel Vangelo, che richiedono da parte nostra una vicinanza, un’accoglienza, un semplice “toccare”, un farsi prossimi e un rivolgere LA Parola, perché ridoni vita e senso all’esistenza segnata dalla morte. Siamo chiamati a verificare se il nostro “corteo”, la Chiesa dei discepoli di Gesù, è veramente un corteo che dona la vita perché porta con sé il Signore, o se non è per niente diverso dai cortei funebri.

Non disperiamo mai, anche quando stiamo già per giungere al sepolcro. Gesù non si stanca mai di camminare nelle strade della nostra vita, segnate da morte, per portare consolazione, speranza e vita. La Vita è più forte della morte. Scegliamo la vita!
Buona risurrezione a tutti voi e buona Domenica! 

1 commento:

  1. La Vita è un dono che davvero viene dal Altissimo Buon Signore. Anche se sappiamo bene che arriverà il giorno quando noi dobbiamo ritornare al Padre, la morte non ha l'ultima parola perché noi siamo già risorti con il Risorto.

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