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giovedì 24 marzo 2016

SE NON TI LAVO I PIEDI...NON PUOI ESSERE MIO DISCEPOLO!

Carissimi amici, non abbiamo dimenticato la seconda grande celebrazione di questo Giovedì Santo. Pubblichiamo un articolo sulla Messa della "Cena del Signore". 
Buona lettura e buon inizio del Triduo Santo!
Sieger Köder - La lavanda dei piedi
Il Giovedì Santo si celebra anche la seconda importante celebrazione di questo giorno. Si tratta della messa della “Cena del Signore”. 
In questa celebrazione facciamo memoria della cena nella quale Gesù, prima di soffrire la passione e la morte lasciò ai suoi discepoli il sacrificio Eucaristico come memoriale.
Il Vangelo della Messa in “Coena Domini” ci propone il brano della lavanda dei piedi. Il Racconto di questo gesto di Gesù verso i suoi discepoli è narrato solamente nel Vangelo di Giovanni.

Giotto - La lavanda dei piedi
Vorrei iniziare questa riflessione partendo da una frase che Gesù rivolge a Pietro quando, giunto davanti a lui, deve fare i conti con la sua resistenza ad un gesto che ai suoi occhi sembrava inadeguato e irrispettoso per la persona del maestro. La frase è : «Quello che io faccio tu non puoi capirlo adesso, lo comprenderai in seguito». (Inoltre, mi fa ricordare le tantissime volte in cui i miei genitori, quando ero più piccolo, mi dicevano la famosa frase: “quando sarai grande capirai cosa significa!”).

Il Papa lava i piedi ai ragazzi del carcere di Casal del Marmo
Sembrava invece che a Pietro fosse tutto così chiaro! Egli aveva compreso benissimo che Gesù aveva tolto le vesti di Maestro e Signore e aveva indossato il grembiule da servo. Ma c’è qualcosa che gli sfugge e che sfugge anche a noi. Qualcosa che possiamo comprendere “in seguito”, o per meglio dire “alla sequela”,  cioè quando ci metteremo sul serio alla sequela di Gesù.
Vediamo di capire un po’ meglio. La logica che guidava Pietro era ancora quella del potere e del dominio secondo il mondo: la pretesa di dare la vita per Gesù, combattere con spade, lottare fino alla morte contro i nemici, e cose del genere. Poi, davanti alla giovane portinaia, mentre Gesù stava per essere condannato a morte, Pietro non riesce ad ammettere di essere suo discepolo e rinnega il suo maestro. Da quel momento crolla la logica di potere che muoveva Pietro a seguire Gesù. Pietro entra in una crisi inevitabile ma necessaria e benedetta. Egli non poteva più avanzare meriti davanti al suo Signore. Non poteva più essere suo discepolo perché non aveva dimostrato nemmeno un briciolo di coraggio davanti a chi lo aveva riconosciuto. Ma quando, dopo la risurrezione, Gesù si presenta a Pietro e lo rende nuovamente discepolo, anzi pastore dei discepoli, egli sa, questa volta, che può essere tale soltanto per un dono di Gesù, soltanto riconoscendo di essere servo.
Ciò che spinge Pietro a lasciarsi lavare i piedi dal Signore e poi, dopo la risurrezione di Gesù, ad accettare di essere discepolo cambiando la logica del potere con la logica del servizio è qualcosa di essenziale per essere discepoli: il desiderio di comunione con Gesù.
Infatti, davanti al rifiuto di farsi lavare i piedi Gesù aveva detto a Pietro: «se io non ti lavo, non avrai parte con me». E davanti a questo ammonimento Pietro si lasciò lavare. Il restare sempre con Gesù è ciò che più conta per Pietro, quasi come se non potesse stare lontano da lui. Questo lo capirà bene nel tempo che trascorse dal rinnegamento fino all'incontro di lui risorto. E lo dimostra bene quando, al sentire che sulla riva stava il Signore, Pietro si tuffa senza pensarci e corre a nuoto verso di Lui.

Ma tutto ciò che c’entra con la nostra vita?

È la stessa cosa che succede a noi ogni volta che ci accostiamo alla S. Eucaristia. Qui Gesù continua a togliersi le vesti, quelle divine, indossa le vesti di servo e ci chiede di lasciarci lavare i piedi. 
Recita l’inno della lettera ai Filippesi: «Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo, divenendo simile agli uomini».
Ciò significa essere disposti a vivere la relazione con lui soltanto con una logica di gratuità e gratitudine, senza pretendere di essere potenti o forti. Soltanto in questa logica di servizio e di gratuità è possibile restare nella comunione con Lui, restare davanti a Lui Eucaristia.
Il servizio verso i fratelli, verso i nemici, verso chi ci ha tradito è proprio ciò che ci fa rimanere sempre insieme a Gesù.
Davanti all'Eucaristia riceviamo la rassicurazione che l’amore di Dio è solo e soltanto un dono e noi possiamo rispondere a questo dono solamente con la gratitudine. In secondo luogo, riceviamo l’invito ad assumere la logica del servizio per poter rimanere in questa comunione con Lui.
Mi sembra che tutto ciò sia ben sintetizzato nella vita di Madre Teresa di Calcutta e delle sue sorelle, una vita caratterizzata dall'Adorazione di Gesù Eucaristia e dal “lavare i piedi” ai poveri. Così è stato anche in San Francesco d’Assisi e in molti altri esempi di discepoli di Gesù.
Allora, chiediamo al Signore la grazia di essere suoi veri discepoli che desiderano rimanere sempre con lui e indossare le vesti del servo. Buon Triduo Pasquale del Signore.                                                                                                                                       Il Signore vi dia Pace!







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