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sabato 26 marzo 2016

LA NOTTE SPLENDENTE COME IL GIORNO!

Carissimi amici, questa notte è diversa da tutte le altre notti. 
Infatti, in essa facciamo memoriale di tutte le notti in cui Dio ha operato salvezza. 
Questa notte lasci nella nostra vita i segni del passaggio di Dio. 


In questi giorni abbiamo sentito parlare spesso di “notte”: Giuda Iscariota, dopo aver mangiato la cena con Gesù e gli altri discepoli, esce dal cenacolo e, nel vangelo di Giovanni, si dice: «… preso il boccone, subito uscì. Ed era "notte"»; nel ricordo dell’istituzione dell’Eucaristia ascoltiamo: «Nella “notte” in cui fu tradito…»; anche alla crocifissione di Gesù scende il buio su tutta la terra, si fa notte! Sono le tenebre del peccato che sovrastano la terra, l’oscurità sembra avere la vittoria sulla luce di Cristo.

Viene alla mente anche il momento in cui Gesù e i discepoli si trovano nel giardino del Getsémani. Nel vangelo di Giovanni si dice che le guardie e i soldati, nel venire a catturare Gesù, arrivano “con lanterne e fiaccole”. A differenza del gruppo di Gesù e dei discepoli che si muove alla luce della luna, l’enorme gruppo capeggiato da Giuda ha bisogno della luce di fiaccole, per diradare le tenebre della notte in cui egli è precipitato con il suo tradimento.

È forte il richiamo ad un’altra importante notte vissuta dal popolo d’Israele: la liberazione dall'Egitto. Anche in quella occasione c’era lo stridente contrasto tra la luce e le tenebre. Infatti, durante la fuga, una colonna di nube accompagnava il popolo d’Israele e illuminava per loro la notte, mentre per gli Egiziani la nube era tenebrosa.

Esiste nella tradizione ebraica un testo chiamato “Poema delle Quattro Notti”, che parla delle veglie in cui Dio opera la salvezza per il suo popolo. 

«La prima notte fu quella in cui Jhwh si manifestò sul mondo per crearlo: il mondo era deserto e vuoto, e le tenebre erano diffuse sulla faccia della terra. La parola di Jhwh era la luce e illuminava. Ed egli la chiamò “prima notte”». È la creazione! Dio, in quella notte, strappa l’universo alle tenebre e al vuoto. La notte diventa giorno, un nuovo giorno, anzi il primo giorno dell’universo.

«La seconda fu quando Jhwh si manifestò ad Abramo, che aveva cento anni, e a Sara che ne aveva ottanta perché si adempisse la scrittura: forse Abramo può generare e Sara partorire?
Isacco aveva trentasette anni, quando fu offerto sull’altare. I cieli sono discesi, si sono abbassati, e Isacco ne vide le perfezioni; e tali perfezioni oscurarono i suoi occhi.  E la chiamò: seconda notte». Questa notte è quella che viene definita la notte della “fede”. Dio chiede ad Abramo di sacrificare “il suo figlio, il suo unigenito, l’amato”. La fede di Abramo è sconfinata. Egli obbedisce, fidandosi di  Dio. Dio griderà ad Abramo chiedendogli di fermare la sua mano. In quell'attimo Dio ridona al suo fedele servo la numerosa discendenza che gli aveva promesso.

«La terza notte fu quando Jhwh apparve agli egiziani nel cuor della notte: la sua mano uccideva i primogeniti degli egiziani e la sua destra proteggeva i primogeniti d’Israele, perché si adempisse ciò che la scrittura dice: Israele è mio figlio, il mio primogenito.  E la chiamò: terza notte». Questa è la notte della “liberazione”. Dio opera la salvezza per Israele attraverso due liberazioni: quella dalla schiavitù e quella dalla morte. Adesso il Popolo è libero!

«La quarta notte sarà quando il mondo giungerà alla fine per essere dissolto. I gioghi di ferro saranno spezzati e le generazioni dell’empietà annientate.  E Mosè uscirà dal deserto e il re messia verrà dall’alto. Uno camminerà in testa al gregge e l’altro camminerà in cima a una nube; e la sua parola camminerà tra i due, e tutti cammineranno assieme. È questa la notte della pasqua per il nome di Jhwh; notte stabilita e riservata per la salvezza di tutte le generazioni d’Israele». Questa è la notte escatologica, quella del “Messia atteso”. È nel mistero di questa ultima notte che noi entriamo quando celebriamo la solenne Veglia Pasquale della notte di sabato. Le prime tre “notti” sono proprio quelle che proclamiamo nelle prime tre letture della veglia. La “quarta notte” è, invece, proprio quella che celebreremo sabato sera.
In tutte queste notti, ma in particolare nella “notte veramente gloriosa” della veglia pasquale è Dio che veglia, che vigila. Noi siamo invitati a vegliare con lui. La notte è il tempo in cui l’operare di Dio resta nascosto e nessun uomo può appropriarsi delle sue opere. In effetti nessun uomo potrebbe guadagnarsi la salvezza da solo.

La Veglia Pasquale fa memoriale di tutte le notti della storia in cui Dio ha operato la salvezza. E allo stesso tempo si comincia a intravedere, in essa,  l’alba del nuovo giorno. La luce di Cristo inizia a sorgere con il cero pasquale e si diffonde rapidamente facendo diradare le tenebre. Per questa notte piena di meraviglie e di luce viene innalzato un bellissimo inno: l’"Exultet". 


In questa notte lasciamo a Dio operare la salvezza nella nostra vita. Lasciamo che la inondi di Luce e di Vita che mai si spengano. Che la nostra vita continui a splendere della luce di Cristo per testimoniare nella “notte” che Dio continua ad operare salvezza e a offrire agli uomini la sua infinita misericordia. Buona Notte … di Veglia! 













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