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sabato 12 marzo 2016

L'UNICA VIA D'USCITA: LA VITA!

Carissimi amici, condividiamo con voi la riflessione di fr Rosario Terranova
sul Vangelo di questa quinta Domenica del Tempo di Quaresima.
Buona meditazione e buona Domenica!




Nella prima lettura della Messa, il profeta Isaia richiama in un primo momento l’esperienza che il Popolo d’Israele fece quando Dio lo liberò dalla schiavitù dell’Egitto. Ci fu, durante la fuga, un momento in cui gli Israeliti erano inseguiti dal faraone e dai suoi uomini, mentre davanti a loro avevano il mar Rosso. Nessuna via di scampo! Morte alle spalle e morte di fronte a loro. Ma proprio in quel momento, quando tutto sembrava finito e l’unica via d’uscita era la morte, Dio interviene! 

Ma Isaia sembra dire: «non siate nostalgici guardando le cose passate, come se tutto ciò non potrà mai più accadere». Li invita a non pensare alle cose passate ma ad aprire bene gli occhi sull'oggi perché Dio sta per mostrare nuovamente la sua grandezza e il suo amore particolare verso di loro. Il popolo d’Israele, infatti, si trovava in esilio a Babilonia e il deserto, simbolo di morte, rappresentava un ostacolo al ritorno nella terra promessa, così come lo era stato il mar Rosso precedentemente. Nuovamente Dio interviene nella vita del suo popolo. Non può dimenticare il suo popolo, così come una madre non può dimenticare il suo bambino. Ed è allora che Israele sperimenta di nuovo la liberazione, nel deserto “si apre una strada” e in esso cominciano a “scorrere fiumi”: ecco un altro esempio di come, quando tutto intorno a noi dice morte, Dio fa germogliare la vita.

Adesso arriviamo al Vangelo. Questa donna adultera, ha sicuramente alle spalle una vita vuota di amore vero, piena di sfruttamento egoistico; una vita in cui è stata costretta a elemosinare amore per poter sopravvivere, ma che non le da’ la vera vita. Il giorno in cui viene sorpresa in flagrante adulterio e portata davanti a Gesù, si trova ad avere di fronte un plotone d’esecuzione pronto a sotterrarla sotto un bel mucchio di pietre. È la stessa situazione vista prima per il popolo d’Israele: morte alle spalle e morte di fronte! Gesù è straordinario nel suo agire. Egli è capace di far nascere vita anche in questa occasione. Ma in che modo?

Penso ci sia un collegamento con quello che Gesù le dice alla fine. Sono rimasti soli lei e Gesù. È interessante questo particolare: dice la relazione personale che ognuno di noi stringe nel proprio cuore con Gesù, dove possiamo percepire lo sguardo d’amore di Dio su noi. In quel momento Gesù dice alla donna: «va’ e d’ora in poi non peccare più». Ma c’è qualcosa di strano! Sappiamo quanto è difficile non peccare più! Ne facciamo esperienza ogni volta che andiamo a confessarci. Ritorniamo nel confessionale, spesso con gli stessi peccati. Forse il segreto di questo “non peccare più” sta in quel rimanere da soli davanti a Gesù, nella relazione personale con lui. Restare in questa relazione. Il peccato consiste nel rompere questa relazione. Ma l’attenzione non è tanto da mettere sul peccato ma sulla relazione con Dio. È in essa che possiamo percepire lo sguardo di Gesù che non ci giudica né condanna, ma ci dice che siamo preziosi ai suoi occhi e amati, anche quando cadiamo nel peccato o ne combiniamo di grosse.
Allora, tenendo lo sguardo fisso su Gesù riconosciamo che in questa Pasqua ormai vicina egli viene ad aprire la via della Vita, quando tutt'intorno sembra parlare di morte.
Il Signore vi dia Pace!

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