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sabato 27 febbraio 2016

IL SENSO DELLA VITA

Carissimi amici, condividiamo con voi la riflessione di fr Daniele Giombini
sul Vangelo di questa terza Domenica del Tempo di Quaresima.
Buona meditazione e buona Domenica!


Il brano del Vangelo di questa domenica sembra essere alquanto enigmatico. Innanzitutto pare che siano due storie che non si colleghino fra loro: nella prima si parla di due tragedie (il massacro fatto da Pilato e il crollo di una torre), mentre nella seconda abbiamo un fico che non dà frutto e un vignaiolo che invita a pazientare.
E’ possibile trovare un collegamento? Ci proviamo…

Il brano inizia con il reportage di due fatti di cronaca: Pilato ha massacrato dei pii galilei che stavano facendo dei sacrifici a Dio e a Siloe è crollata una torre e povere persone senza colpa vi hanno perso la vita.
Il Signore, utilizza questi avvenimenti, per operare un cambiamento nel nostro modo di pensare moralistico, che spesso abbiamo: quante volte, infatti, di fronte ad alcuni avvenimenti sentenziamo “gli sta bene! Se l’è cercata”… poi, invece, leggiamo fatti inspiegabili, dove innocenti soffrono o, ancora peggio, dove noi “perfetti” cristiani soffriamo e, allora,mormoriamo contro Dio “che cosa abbiamo fatto di male? Che senso ha tutto questo?”
Ecco il punto dove vuole arrivare Gesù: che immagine abbiamo di Dio? E’ il burattinaio che decide il bene e il male di ognuno di noi? E’ colui che, non si sa perché, si diverte a fare piangere una madre che perde il proprio figlio?
Allora, la risposta che dà Gesù è illuminante: «Credete che… No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». 
Ossia, non distraiamoci nel cercare un senso a ciò che accade attorno a noi, perché spesso diventa un modo dilettevole piangere su questo mondo che “gira male” e disimpegnarci, ma poi, basta poco per ritornare a pensare ad altro, oppure giriamo la pagina di giornale passando a leggere l’ultima “gustosa” notizia di gossip.
Non si tratta di non interessarci di ciò che succede intorno a noi, anzi è il contrario! Perché invece di chiedere, a chissà chi,“che senso ha tutto ciò”, domandiamoci, invece, che SENSO stiamo dando alla nostra vita!
E’ qui, allora, che entra in gioco la parabola del fico…

Al Dio “burattinaio”, Gesù risponde con un altro volto, quello di un Dio “vignaiolo” che ci dice “credo che tu possa cambiare! Non credo che, nella tua vita, tu sia incapace di fare almeno un frutto!... Io CREDO IN TE!!! Ecco allora che sono pronto a sporcarmi con lui le mani, a metterle nel letame, sono pronto a prendere ancor tempo...
...«finché io gli zappi attorno e vi metta il concime»”... 

Ricompare la stessa domanda della prima parte del Vangelo: che senso stiamo dando alla nostra vita? Siamo pronti, come fa il Signore, a sporcarci le mani, siamo pronti a fare sì che un po’ di Cielo si renda visibile in questo mondo, attraverso di noi? Questo è possibile solo se, ogni mattina, diciamo a Lui: “Sì, Signore, fa di me uno strumento della tua pace”… 
Questo può essere possibile se, ogni giorno, lottiamo duramente contro il vero cancro del mondo che è l’indifferenza… perché che differenza c’è fra un povero bambino morto sulle spiagge della Turchia e la disperazione di chi muore di freddo nelle nostre stazioni del treno o rispetto allo stato di abbandono vissuto dall'anziano che abita in fondo alla nostra via? Siamo proprio sicuri che qualcuno se l’è cercata e qualcun altro no? L’indifferenza uccide l’altro, ma, ciò che è molto peggio, uccide noi stessi, allora acquistano un senso diverso le parole di Gesù: ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo

In fondo, più di una morte senza senso, non è peggiore il rischio di vivere una vita senza Senso?

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