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sabato 30 gennaio 2016

NON È COSTUI IL FIGLIO DI …?

Carissimi amici, condividiamo con voi la riflessione proposta da fr Rosario Terranova
sul Vangelo di questa quarta Domenica del Tempo Ordinario.
Buona Meditazione e Buona Domenica!

Nel vangelo di questa Domenica Gesù ha appena terminato di leggere il rotolo del profeta Isaia, dove si parla di lieto annuncio ai poveri, liberazione per i prigionieri, recupero della vista per i ciechi, libertà per gli oppressi e di anno di grazia.
C’è, però, qualcosa che lascia perplessi gli ascoltatori di Nazareth, che sono poi gli stessi di “oggi”, dunque noi. È il fatto che pensano di conoscere chi è Gesù, pensano di sapere già tutto di lui solamente perché è loro concittadino, figlio del povero falegname Giuseppe. Spesso capita anche a noi: siamo noi a dire a Gesù come dovrebbe agire, cosa fare. A volte gli rimproveriamo di non mettere a posto tante cose, come la fame nel mondo, le guerre, le malattie. Gesù dovrebbe fare il Dio a modo nostro, direbbe un nostro confratello, il Dio “carriola”, che 

lo prendi e lo porti dove vuoi tu e fa quello che vuoi tu. Noi sì che sapremmo svolgere il compito di Dio! Spesso, invece, siamo proprio noi che non sappiamo dove andare, ci perdiamo, ed è Lui che ci viene a prendere e ci porta sulle spalle, come nel logo dell’anno della Misericordia dove Gesù porta sulle spalle Adamo.
Gesù legge il passo in cui si parla di schiavitù, cecità, povertà, oppressione. Forse il non accogliere questo lieto annuncio che Egli porta a “noi”, “oggi”, dipende dal fatto che non riusciamo a riconoscere il nostro bisogno di liberazione e il bisogno del suo aiuto, ritenendoci giusti e autonomi. Nel vangelo di Luca si vede benissimo che coloro che accolgono Gesù sono proprio coloro che si ritengono indegni: gli stranieri, i poveri e i peccatori. Questi riconoscono il farsi vicino di Dio nei loro confronti e comprendono che ciò può essere, e lo è, un dono e solo un dono immenso. Al contrario coloro che si ritengono perfetti, non lo riconoscono e nemmeno accolgono l’invito alla conversione.
Chiediamo al Signore che passi in mezzo a noi, ma non per andare via ma per restarvi ed essere nostro medico, cosicché, guariti, possiamo portare il lieto annuncio che, in mezzo a noi, c’è un Dio che guarisce e dona vita.
Il Signore vi dia Pace!

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