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lunedì 28 dicembre 2015

E IL VERBO SI E' FATTO CARNE!!!!


Carissimi amici, 
pubblichiamo la riflessione proposta da Fra Martin, 
sul Vangelo della Solennità del Santo Natale. Buona Meditazione.



Cari amici, è Natale. Si è compiuta la speranza, l'attesa: Lui stesso, Parola eterna, si fa uomo: La parola di Dio si fa carne, bambino, uomo. In questo momento storico Dio si fa veramente VEDERE! A te, a me. Dio si rende visibile! 
Davanti a questa meraviglia stupenda non ci sono più le parole – rimane la Parola.

Questa Parola rivelandosi nella greppia di Betlemme diventa poesia: un canto d'amore del Signore della vita per noi, il cantico gioioso dell'intervento del Creatore stesso nella storia della salvezza.

Adesso ogni sguardo si fissa su Gesù, il Dio che diventa uomo. Di fronte al presepio vedo a volte qualcuno con le lacrime negli occhi, lacrime di gioia, forse anche di contrizione di davanti al Dio che stravolge le prospettive umane. Ma sono proprio le lacrime a purificare lo sguardo, essi puliscono gli occhi, anche gli occhi del cuore.
Adesso essi possono vedere la verità: Dio è bellezza, il bambinello nella mangiatoia è il compimento della bellezza strepitosa di Dio, umiltà è bellezza: un bambino in una mangiatoia. Più umile e piccolo di così non sarà possibile.
Facendosi visibile Dio rende possibile anche di contemplare la sua bellezza, come ci testimoniano tanti santi: “Tardi ti amai, bellezza infinita!” (sant'Agostino) e “Tu sei bellezza!” (san Francesco d'Assisi), ecc.

San Leone Magno in una sua omelia ha descritto il mistero magnifico di Natale così: “Pur rimanendo invisibile nella Sua natura è diventato visibile nella natura nostra. Egli che è l'immenso, ha voluto essere racchiuso nello spazio: pur restando nella sua eternità ha voluto incominciare a esistere nel tempo. Il Signore dell'universo, nascosta sotto il velo la gloria della sua maestà, ha assunto la forma di servo” (Sermo in Nativitate Domini, II, §2).

Da oggi in poi contano altre misure, anche per noi. Ricordiamocelo! È evaso la bravura artificiale del mondo. Sono finite le tenebre fitte, è arrivata la Luce vera. Adesso inizia il Regno della Bellezza, regno senza fine. Una bravura non attira, nessuno si incammina dietro. Solo una Chiesa bella affascina e attira. Una bravura finisce con l'applauso ma non si segue. Ma quando si incontra la bellezza si può essere toccati profondamente, solo la bellezza si segue.

“La verità rivelata è l'Amore, l'Amore realizzato è la Bellezza” (Pavel A. Florenski)
Oggi Dio si è rivelato. Oggi Dio si è realizzato.

Buon Natale, cari amici.

 
 Fra Martin


giovedì 24 dicembre 2015

AUGURI DI BUON NATALE



Carissimi amici,
la comunità del Franciscanum, augura a tutti voi un Buon e Santo Natale, con l'augurio che il Bambino Gesù possa nascere nel cuore di tutti gli uomini e portare a tutti la pace.




sabato 19 dicembre 2015

SIGNORE, FA SPLENDERE IL TUO VOLTO

Carissimi amici, 
pubblichiamo la terza riflessione proposta da Fra Martin, sul Vangelo di questa quarta Domenica del Tempo di Avvento.
La Visita di Maria ad Elisabetta - Cappella degli Scrovegni, Padova
Stiamo in attesa, in attesa della nascita di Cristo. In questi giorni mi trovo a riflettere quali grandi sentimenti Maria provava nell’ultimo mese della sua gravidanza. Come Maria viveva portando dentro si sé il suo – e nostro – Creatore, quel mistero indescrivibile.

Nel Vangelo di oggi troviamo in atto alcuni dei sensi umani più importanti: l'udito e il parlare quando Elisabetta sente il saluto di Maria, la risposta allegra di Elisabetta, il contatto tra loro avvenuto nell'abbraccio di accoglienza.
Ma mi chiedo: dove rimane lo sguardo? È forse troppo scontato per parlarne nel brano evangelico? Direi di no...

Noi in questi giorni non possiamo ancora vedere la meraviglia di quella nascita. Dio rimane ancora nascosto, così come resterà nascosto ai grandi personaggi di questo mondo che vedranno soltanto un bambino nella greppia.
Dio non si fa ancora vedere. Il salmista prega con insistenza, e noi con lui: Signore, fa splendere il tuo volto! Più volte ripetiamo questa parola perché fra pochi giorni la nostra attesa giungerà al suo culmine: Dio si lascerà guardare da noi, nella mangiatoia, e chi lo vedrà rimarrà meravigliato: “Gesù è il più bello tra i figli dell'uomo” e la gloria del suo annuncio supera ogni manifestazione visibile agli occhi umani.

Pensate che meraviglia! Dio si fa uomo per camminare con me e te sin dall'inizio. Lui cresce per far crescere anche noi nella fede, nello stupore, nella visione di questa meraviglia sorprendente che ha cambiato il mondo.
“Entrare nel mistero significa diventare capaci di stupirsi, di contemplare; essere in grado di ascoltare il silenzio e sentire in esso il sussurro in cui Dio ci parla” (cfr 1Re 19,12).

Dio ha creato l’umanità a sua immagine, poi vi è entrato per abitarla: ne fece la sua abitazione, il suo santuario, il suo tempio. Pensate che bello! L’umanità diventa l’unico vero tempio di Dio:  l’uomo è finalmente dimora di Dio.
E quando quel bambinello aprirà gli occhi, essi diventeranno punto di incontro tra il Creatore e la sua creazione. Lì, con immenso stupore, guarderemo Dio, contempleremo il suo volto ormai diventato familiare.

Signore il tuo volto io cerco. E tu mi guarderai... 

sabato 12 dicembre 2015

SGUARDI TRASFIGURATI DALLA GIOIA


Carissimi amici, 
pubblichiamo la seconda riflessione proposta da Fra Martin, sul Vangelo di questa Terza Domenica del Tempo di Avvento. Fra Martin ci offre un collegamento molto bello tra il Vangelo e il tema dello "sguardo". 

Buona Meditazione!


L'incontro tra due persone di solito è motivo di gioia, soprattutto tra fratelli e amici perché – oso dire – si appartengono. L'amicizia è l'immagine favorita per l'incontro con Dio perché a Lui apparteniamo, a Lui aderiamo perché da Lui deriviamo. Questa gioia è il tema della domenica di oggi: “Gaudete!”


Caro lettore, ogni volta quando incontri qualcuno, la prima cosa che fai è posare lo sguardo sul volto della persona che hai di fronte a te. Se fissi lo sguardo su un volto emerge davanti a te l'altro: qualcuno irripetibile, unico.

“Il volto è quello spazio preciso del corpo dal quale emano sguardo e parola, è un luogo unico nel corpo dell'umano, è espressione della sua identità, una visione che ci permette il riconoscimento” (Enzo Bianchi).

Giovanni Battista, ci dice il Vangelo di oggi, prepara la strada per Gesù, cioè ci aiuta a purificare lo sguardo. Alcune persone nel brano evangelico pensano pure che Giovanni sia il Cristo, perché non hanno ancora potuto vedere Gesù, non potevano sperimentare questo incontro rivelante, vitale, liberante.  La gente a cui parla Giovanni Battista si sta preparando per seguire il vero Cristo, quell”unto di Dio” in cui culminano le promesse e le speranze.  Quanto è difficile guardare l'altro in faccia quando si litiga... Se non riesco a guardarlo, ancora di meno lo posso riconoscere per quello che è in verità: mio prossimo, redento come me, amato come io sono amato. 

È per questo che fanno fatica a vedere e riconoscere chi sia il vero Cristo: “hanno occhi e non vedono” ci dice il salmista. Manca ancora Gesù Cristo, manca la verità, la chiarezza, la guarigione.  La salvezza di Dio li è comunque vicina, anzi, raggiunge ognuno di noi, fino a qui, fino ad oggi. Giovanni il Battista ci indica la via privilegiata per andare incontro al Salvatore veniente: la conversione, cioè un cambiare mentalità, un alzare lo sguardo.  Ognuno può guardare questo volto del vero Redentore: quando non c'è più lo specchio di autoriferimento e di idolatria di fronte a me, il quale mi fa vedere solo me stesso. Quest'immagine che mi pare di vedere nello specchio non è il mio vero io perché questa barriera mi impedisce di vedere l'altro – e l'Altro. 

Questo specchio riflette solo la mia limitatezza: da me inizia, a me finisce – perché vedo solo un riflesso e questo per di più al contrario. Inoltre mi mostra soltanto le cose che stanno alle mie spalle, senza speranza, senza futuro.  Il volto di Cristo è tutt'altro: c'è lo sguardo sacramentale che va oltre! Tramite Cristo vediamo il Padre stesso (“chi ha visto me ha visto il Padre”). Il Suo volto mi rivela chi sono io: la mia vera natura radicata in Dio da immagine e somiglianza Sua, la mia vocazione, il mio futuro: quella vita regale da uomo nuovo e redento nella vita in Cristo, quella vita in pienezza, senza fine.  

Nel battesimo siamo diventati corpo di Cristo: creazione nuova tramite lo Spirito Santo. Solo lì, nello Spirito Santo si fa comunione e quando la comunione si realizza in noi diventando creature nuove, allora passiamo dalla passività (dal guardare lo specchio per esempio) alla visione. Questa visione è lo sguardo trasfigurato: vedere Dio dentro le cose perché ne è il principio.  Prepariamoci in questo tempo privilegiato per accogliere Gesù, solo con Lui possiamo andare oltre: “Io sono la via”, con Lui possiamo guardare oltre l'apparenza. Così anche il nostro sguardo diventa sacramentale. 

E poi possiamo rispondere insieme a Giovanni il Battista chi è il vero Cristo: testimoniandoLo anche nel nostro volto, perché la gioia dei figli di Dio si vede! Non si può raccontarla, non si può trasmetterla se non con l'aspetto del volto. “Perché viene Colui che è più di me...” 


Fra Martin

domenica 6 dicembre 2015

TESTIMONI DI SPERANZA

Beati i perseguitati per causa della giustizia
                                            perché di essi è il regno dei cieli.
5 Dicembre 2015 - S. Messa di beatificazione

 Il 9 agosto 1991 a Pariacoto in Perù, due giovani frati polacchi, Michael Tomaszek e Zbigniew Strzałkowski, dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, e don Alessandro Dordi, prete bergamasco, sono stati assassinati dai terroristi di “Sendero Luminoso”. 

La Domenica delle palme: Fra Michael con i bambini

Erano missionari e si misero al servizio dei poveri delle Ande,  annunciando con impegno e coraggio il Vangelo. La loro testimonianza di vita e la loro vicinanza al popolo ha risvegliato nuove speranze che, però, agli occhi dei militanti filomaoisti erano visti come minacce al regime e alla rivoluzione. 



Fra Zbigniew con un campesinos

Sono partiti dalla loro terra perché 
credevano che la vita ha senso solo 
quando la doniamo agli altri, soprattutto a coloro che non possono ricambiarci. 


Avevano anche compreso bene che 
possiamo fare ciò perché Qualcuno ha 
donato la sua vita a noi per primo. 


Gesù dice «Chi vuole salvare la propria 
vita, la perderà, ma chi perderà la propria 
vita per causa mia, la salverà» (Lc 9,24). 
Non dobbiamo, allora, avere paura di perderla.


Fra Michael e Fra Zbigniew 




 Ieri sono stati beatificati da Papa Francesco come martiri della fede e della speranza. Grati al Signore accogliamo il loro esempio e ci affidiamo alla loro protezione. Buon cammino e buona "testimonianza" a tutti!
Fra Peter
 



sabato 5 dicembre 2015

TEMPO DI...SGUARDI

Carissimi amici, pubblichiamo oggi e nelle prossime settimane, delle piccole riflessioni proposte da Fra Martin, sul Vangelo di queste tre Domeniche del Tempo di Avvento. Fra Martin ci offre un collegamento molto bello tra il Vangelo e il tema dello "sguardo". 
Buona Meditazione!

“Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio"


Nelle riflessioni sui Vangeli domenicali dell'Avvento mi soffermo sul tema dello “sguardo”, del “vedere”, “guardare”. Questa tematica è poco conosciuta, tuttavia significativa nei Vangeli d'Avvento. In vari modi c'entra la questione del “vedere”, avvolte anche molto forte perché tocca la base del nostro essere cristiani: il silenzio, la contemplazione, le relazioni.

Noi possiamo vedere, guardare, perché Dio per primo ci ha rivolto il suo sguardo: nella creazione Dio rivolge all'uomo lo sguardo: “Dio vide che era cosa molto buona” (Gn 1, 10).
Attraverso lo sguardo si può riconoscere e scrutare la profondità dell'altro, sperimentare l'apertura  verso il prossimo, verso Dio.

Con l'avvenimento del peccato il nostro sguardo si è offuscato, è diventato opaco. A causa del peccato l'uomo è colpito nella sua capacità di vedere le cose, cioè è ridotta la capacità di conoscere e di riconoscere Dio. In un certo senso la dimensione contemplativa si spegne. 
Il peccato comporta sempre la morte perché devasta la relazione con Dio. 
Ma Dio è il Dio della vita...

Nel tempo santo dell’Avvento ricordiamo la venuta di Gesù tra noi. Gesù arriva – questo è sicuro. Ma lo vediamo? Vogliamo vederlo? Siamo capaci di vederlo?
Dicevamo che il nostro sguardo si è offuscato. Noi possiamo togliere questo velo dai nostri occhi. Non da soli però! Mettiamoci davanti a Lui, nell'adorazione della sua presenza sacramentale, nella preghiera, nel silenzio. Magari anche con un esame di coscienza, preparandoci al sacramento della riconciliazione: la verità ci fa liberi! Fare verità con te stesso ti libera dal velo del peccato che ti impedisce l'incontro con Gesù.
La fede è la strada sulla quale Cristo ci corre incontro. “Preparate la via del Signore” ci ammonisce Giovanni Battista nel Vangelo di questa Domenica.

È la confessione la via privilegiata dell'incontro con Gesù, perché, riconoscendo te stesso e chiedendo il perdono a Cristo, questo velo di acciaio causato dal peccato comincia a cessare. E quando il sacerdote imporrà le mani nell'assoluzione questo velo sarà spezzato, distrutto, non esisterà più: potrai alzare lo sguardo e guardare oltre: si aprirà la scia verso il Cielo e incontrerai lo sguardo misericordioso di Gesù Cristo. Lui ti guarda, ti riconosce perché strappato dal peccato e dalla morte, ormai appartieni solo a Lui.
E guardandoti, Dio ti vede nella tua vita nuova – e “vede" che sei cosa molto buona...

fra Martin 

Novena dell'Immacolata - Settimo Giorno


Novena dell'Immacolata - Sesto Giorno