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sabato 12 dicembre 2015

SGUARDI TRASFIGURATI DALLA GIOIA


Carissimi amici, 
pubblichiamo la seconda riflessione proposta da Fra Martin, sul Vangelo di questa Terza Domenica del Tempo di Avvento. Fra Martin ci offre un collegamento molto bello tra il Vangelo e il tema dello "sguardo". 

Buona Meditazione!


L'incontro tra due persone di solito è motivo di gioia, soprattutto tra fratelli e amici perché – oso dire – si appartengono. L'amicizia è l'immagine favorita per l'incontro con Dio perché a Lui apparteniamo, a Lui aderiamo perché da Lui deriviamo. Questa gioia è il tema della domenica di oggi: “Gaudete!”


Caro lettore, ogni volta quando incontri qualcuno, la prima cosa che fai è posare lo sguardo sul volto della persona che hai di fronte a te. Se fissi lo sguardo su un volto emerge davanti a te l'altro: qualcuno irripetibile, unico.

“Il volto è quello spazio preciso del corpo dal quale emano sguardo e parola, è un luogo unico nel corpo dell'umano, è espressione della sua identità, una visione che ci permette il riconoscimento” (Enzo Bianchi).

Giovanni Battista, ci dice il Vangelo di oggi, prepara la strada per Gesù, cioè ci aiuta a purificare lo sguardo. Alcune persone nel brano evangelico pensano pure che Giovanni sia il Cristo, perché non hanno ancora potuto vedere Gesù, non potevano sperimentare questo incontro rivelante, vitale, liberante.  La gente a cui parla Giovanni Battista si sta preparando per seguire il vero Cristo, quell”unto di Dio” in cui culminano le promesse e le speranze.  Quanto è difficile guardare l'altro in faccia quando si litiga... Se non riesco a guardarlo, ancora di meno lo posso riconoscere per quello che è in verità: mio prossimo, redento come me, amato come io sono amato. 

È per questo che fanno fatica a vedere e riconoscere chi sia il vero Cristo: “hanno occhi e non vedono” ci dice il salmista. Manca ancora Gesù Cristo, manca la verità, la chiarezza, la guarigione.  La salvezza di Dio li è comunque vicina, anzi, raggiunge ognuno di noi, fino a qui, fino ad oggi. Giovanni il Battista ci indica la via privilegiata per andare incontro al Salvatore veniente: la conversione, cioè un cambiare mentalità, un alzare lo sguardo.  Ognuno può guardare questo volto del vero Redentore: quando non c'è più lo specchio di autoriferimento e di idolatria di fronte a me, il quale mi fa vedere solo me stesso. Quest'immagine che mi pare di vedere nello specchio non è il mio vero io perché questa barriera mi impedisce di vedere l'altro – e l'Altro. 

Questo specchio riflette solo la mia limitatezza: da me inizia, a me finisce – perché vedo solo un riflesso e questo per di più al contrario. Inoltre mi mostra soltanto le cose che stanno alle mie spalle, senza speranza, senza futuro.  Il volto di Cristo è tutt'altro: c'è lo sguardo sacramentale che va oltre! Tramite Cristo vediamo il Padre stesso (“chi ha visto me ha visto il Padre”). Il Suo volto mi rivela chi sono io: la mia vera natura radicata in Dio da immagine e somiglianza Sua, la mia vocazione, il mio futuro: quella vita regale da uomo nuovo e redento nella vita in Cristo, quella vita in pienezza, senza fine.  

Nel battesimo siamo diventati corpo di Cristo: creazione nuova tramite lo Spirito Santo. Solo lì, nello Spirito Santo si fa comunione e quando la comunione si realizza in noi diventando creature nuove, allora passiamo dalla passività (dal guardare lo specchio per esempio) alla visione. Questa visione è lo sguardo trasfigurato: vedere Dio dentro le cose perché ne è il principio.  Prepariamoci in questo tempo privilegiato per accogliere Gesù, solo con Lui possiamo andare oltre: “Io sono la via”, con Lui possiamo guardare oltre l'apparenza. Così anche il nostro sguardo diventa sacramentale. 

E poi possiamo rispondere insieme a Giovanni il Battista chi è il vero Cristo: testimoniandoLo anche nel nostro volto, perché la gioia dei figli di Dio si vede! Non si può raccontarla, non si può trasmetterla se non con l'aspetto del volto. “Perché viene Colui che è più di me...” 


Fra Martin

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