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mercoledì 29 aprile 2015

UNA DOMANDA E... LA TESTIMONIANZA DI FRA LUCA

Carissimi Amici, condividiamo con voi la testimonianza vocazionale di fra Luca Marcattili. Egli ci racconta il cammino che lo ha portato a fare la scelta di seguire Cristo nella famiglia francescana. Affidiamo questo nostro fratello alle vostre preghiere.



Mi chiamo fra Luca, ho 26 anni e sono uno studente di teologia. Inizio subito con una piccola parentesi: quando mi è stato chiesto di raccontare, in un articolo, il mio cammino vocazionale, ho pensato subito alla difficoltà di raccogliere in un paio di pagine la complessità di una storia in cui il protagonista non sono solo io, ma anche e specialmente Dio. Tanti fattori entrano in gioco, primo fra tutti la paura di non riuscire ad esprimere in maniera profonda quegli eventi che hanno incredibilmente trasformato la mia vita. 
Ma veniamo al sodo: innanzitutto provengo da una famiglia che mi ha assicurato fin da bambino una solida educazione cristiana, non fatta tanto di parole quanto di fatti concreti; è infatti dall’amore concreto tra i miei genitori che ho imparato cosa significhino parole come gratuità, ascolto e anche sacrificio. Dico questo perché sono assolutamente convinto che le fondamenta della vita cristiana non si possano imparare in altro modo che facendone esperienza. Comunque sia dopo aver ricevuto i sacramenti della Comunione e della Cresima, come molti miei coetanei mi sono allontanato dalla Chiesa, anche se non ho mai chiuso completamente la porta né ad essa né a Gesù. I motivi di questa mia scelta erano principalmente due: la mancanza di una motivazione che mi spingesse ad approfondire la mia vocazione cristiana e il subentrare di altri interessi.

Cosi ho passato l’adolescenza vivacchiando, cioè senza fare specifici programmi o avere particolari obiettivi per il futuro, sforzandomi invece di riuscire nel miglior modo possibile in ogni mia attività quotidiana, che fosse la scuola o lo sport: ma questo non tanto per me, quanto per la mia famiglia, che molto si era spesa per la mia tranquillità. Ben presto, però, ho cominciato a nutrire degli ideali personali troppo alti ed irreali e di conseguenza a soffrire quegli ambienti che frequentavo (scolastico, sportivo e degli amici) considerandoli superficiali e privi di valori e ai quali non riuscivo più ad adattarmi. In tal modo ho cominciato a chiudermi sempre di più, coltivando disprezzo verso chi non la pensava come me e provocando con questo comportamento molte sofferenze a me stesso e agli altri.
Con il passare del tempo la situazione è peggiorata sempre di più e, se ci ripenso, solo un’ intervento dall'alto poteva aiutarmi ad uscirne, e difatti cosi è stato: non un intervento qualsiasi però, ma quello potente e misericordioso di Dio. La modalità, se ci ripenso, mi sembra ancora oggi cosi ordinaria e allo stesso tempo cosi straordinaria: essa semplicemente consiste in un incontro assolutamente casuale con un frate che non conoscevo e che neanche avevo programmato di conoscere. Lo incontrai fuori da una vecchia ed isolata Chiesa in una fredda domenica di dicembre di qualche anno fa. Mentre mi trovavo ad ammirare, con la tristezza nel cuore, un’incantevole paesaggio di montagna, all’improvviso una voce alle mie spalle mi invitò dolcemente a prendere qualcosa di caldo nella casa adiacente la Chiesa. quando entrammo una sua semplice domanda, del tipo “perché sei qui?”, mi scombussolò a tal punto da cambiare la mia vita: la mia risposta fu infatti una vera e propria esplosione, nella quale riversai tutto il dolore che portavo nel cuore e cosi confessandolo me ne liberai. Al dolore subentrò la gioia per un incontro che fu soprattutto l’Incontro (con la I maiuscola) con Dio, tanto che da quel momento iniziò il mio cammino vocazionale, che mi portò a voler donare la vita proprio a quel Dio che si era presentato a me nella persona di un semplice frate.


Cosi ho cominciato a compiere il percorso formativo, fatto anche di tante difficoltà, che mi ha portato in vari luoghi. Adesso mi trovo ad Assisi e sono grato al Signore, perché mi da la possibilità di percorrere un tratto di strada nella terra dove è nato, vissuto e morto, il santo fondatore del mio ordine religioso, San Francesco, il quale prego che mi aiuti a  vivere la vocazione con la stessa coerenza e passione con cui l’ha vissuta lui, cosi da testimoniare ad ogni persona che la vera vita si ha solo in Gesù Cristo!

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