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venerdì 29 novembre 2013

29 Novembre: Festa di Tutti i santi dell'Ordine Serafico



Il 29 Novembre è un giorno molto particolare per tutta la grande famiglia francescana: Oggi infatti festeggiamo tutti i santi della nostra famiglia ed insieme rinnoviamo la professione dei consigli evangelici che abbiamo promesso al Signore. Vogliamo così parteciparvi la nostra gioia per il dono della vocazione religiosa francescana.

L’Ordine Serafico è stato in ogni tempo focolare di santità: questo è il motivo della sua vitalità spirituale che lo fa perennemente rifiorire. I suoi figli Santi (del primo, secondo e terzo Ordine) appartengono ad ogni condizione sociale e ad ogni popolo. Ci sono martiri, dottori, sacerdoti, fratelli religiosi, laici, vergini, sante donne... Una moltitudine immensa radunata intorno al grande Poverello, «recante il segno del Dio vivo».La festa di tutti i Santi dell’Ordine Francescano si celebra in questo giorno, perché il 29 novembre 1223, Onorio III confermò solennemente la Regola di Frate Francesco, già approvata verbalmente nel 1209 da Innocenzo III. L’originale della Regola è conservato tra le reliquie nella Basilica di S. Francesco in Assisi.

Impariamo a prediligere le cose umili
Dalla «Apologia pauperum» di san Bonaventura vescovo
Il nostro Salvatore quando dice: «Beati i poveri in spirito» ci invita alla perfetta rinuncia delle cose temporali; quando poi dice: «Beati i miti», ci spinge all’abnegazione della propria volontà e al rinnegamento delle attrattive dei sensi, che ci rendono violenti e sfrontati. Aggiungendo: «Beati gli afflitti», ci incita a fuggire per sempre i piaceri della carne; e ancora, con le parole: «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia» e «Beati i misericordiosi», vuole che la nostra anima apprenda la giusta, santa e volenterosa sopportazione del prossimo.A queste Beatitudini aggiunge: «Beati i puri di cuore» e «Beati gli operatori di pace», con cui ci chiama più su, a compiere azioni che danno chiarezza alla mente e portano pace nel cuore, facendo sì che l’anima divenga conforme alla celeste Gerusalemme, nome che significa «visione di pace». In ultimo, con le parole: «Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli», quasi chiudendo il cerchio, torna a quanto aveva detto all’inizio: in questa Beatitudine infatti sono come riassunte e compendiate tutte le altre.A conferma di ciò vi è la testimonianza di Francesco, patriarca dei poveri, che all’inizio della sua Regola propone i tre capisaldi della vita religiosa: «La Regola dei Frati Minori consiste nel mettere in pratica il Santo Vangelo di Gesù Cristo, vivendo nell’obbedienza, nella povertà e nella castità». E in seguito raccomanda altre tre cose, che integrano e in certo modo completano le precedenti: «Riflettano i frati che devono desiderare più di ogni altra cosa di possedere lo spirito del Signore e di agire secondo la sua santa volontà; che devono saper pregare Dio con cuore puro e possedere l’umiltà e la pazienza nelle tribolazioni e nelle malattie; che devono avere una predilezione speciale per quanti ci perseguitano, ci disprezzano e ci insultano».Con questo ammonimento Francesco propone in primo luogo l’elevazione di tutto l’agire in Dio; poi raccomanda l’accettazione gioiosa di tutte le tribolazioni e la carità fattiva e squisita verso il prossimo.In tal modo l’uomo perfetto con i tre voti è crocifisso al mondo, e con le tre successive raccomandazioni è reso conforme a Dio, in modo che con le sei ali serafiche si distacchi per sempre dalle cose di questo mondo e penetri nelle divine.Fu cosa degna che Cristo, nella apparizione serafica, imprimesse le sue stimmate, come sigillo di conferma e di autenticità, nelle carni sacre di questo Poverello, che osservò e insegnò nella forma più genuina la perfezione evangelica, affinché, nella pericolosa caligine degli ultimi tempi, ci sia offerto un chiaro segno che illumini il cammino della perfezione. A condizione però che impariamo a non desiderare ciò che dà onore e prestigio, ma a prediligere le cose umili e nascoste.


(c. 3, nn. 8-10 - Quaracchi, VIII, 246-247)




Rito della Rinnovazione dei voti second il messale Romano - Serafico

Superiore della Comunità:

Seguendo l’esempio del nostro Padre San Francesco, il quale ripeteva con
frequenza: Incominciamo di nuovo, fratelli, a servire Dio nostro Signore perché
fino ad ora abbiamo fatto poco o quasi nulla, preghiamo il Signore, fonte di
ogni perseveranza, per noi suoi figli, che oggi rinnoviamo davanti alla Chiesa
la nostra fedeltà al Vangelo con la rinnovazione della nostra professione.
Tutti pregano in silenzio per un po’ di tempo, quindi il Custode dice:
Guarda, Signore, questi tuoi figli, che nella tua provvidenza hai condotto alla
perfezione evangelica; nella tua misericordia concedi loro che, perseverando
sempre nel tuo amore, giungano alla meta del cammino che hanno intrapreso
con entusiasmo. Per Gesù Cristo nostro Signore.

Tutti:  amen.

Terminata la preghiera, tutti i frati dicono:

Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Dio, Padre santo e giusto,
Signore Re del cielo e della terra, ti benedico e ti rendo grazie
perché con la forza del tuo amore mi hai chiamato
a seguire le orme del tuo Figlio diletto,
il Signore nostro Gesù Cristo, nella forma di vita
che ispirasti al tuo servo Francesco e per avermi sorretto col tuo amore
nel cammino di questi anni di professione religiosa.
Con la forza dello Spirito Santo oggi rinnovo a te,
con tutto lo slancio del cuore,
il voto di vivere in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità;
e insieme confermo l’impegno
di professare la vita e la Regola dei Frati Minori
confermata da papa Onorio,
secondo le Costituzioni del nostro Ordine.
Padre santo, concedi che, sostenuto da Maria Immacolata,
Vergine fatta Chiesa e modello della vita consacrata,
per l’intercessione del Padre san Francesco e di tutti i Santi,
con l’aiuto dei fratelli,
perseveri sino alla fine nel santo proposito
e, per tua sola grazia, giunga a te, o Altissimo,
che nella Trinità perfetta e nella Unità semplice
vivi e regni glorioso nei secoli dei secoli. Amen.

Il Superiore dice la seguente preghiera:

Lode, gloria, onore e rendimento di grazie al nostro Dio.
E a noi, che abbiamo rinnovato l’impegno di osservare la forma di vita del
Padre san Francesco, scritta a salvezza delle nostre anime, la benedizione in
cielo dell’altissimo Padre, e in terra la benedizione del suo Figlio diletto col
santissimo Spirito Paraclito.

Tutti : amen.
                                                                                                
                                                                                           fr. Daniele Maria

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