Frati in cammino - YouTube

martedì 24 dicembre 2013

Venticinque anni di grazia!


Il 17 Dicembre il nostro Rettore, fra Francesco Lenti, ha festeggiato un importante anniversario: 25 anni di ordinazione presbiterale.



Padre Francesco che cosa, in 25 anni,  ti è rimasto maggiormente?

Era il 17 dicembre 1988. Il Vescovo, mons. Donato Bianchi, nella messa dell’Ordinazione sacerdotale mi disse: “… credi, Francesco, d’ora in poi la tua vita è consegnata: non ti appartieni più. Sei di Gesù, come Lui è stato ed è del Padre ed è per la Chiesa”.
Queste parole mi fecero venire i brividi e capii da quel momento che la mia vita sarebbe realmente cambiata. Un conto è esserne cosciente e offrirla col cuore, un altro conto quando questo avviene. Ed è avvenuto. Da quel giorno la mia vita è cambiata.

Ancora le parole di mons. Bianchi che disse: “… quando mi unsero le mani, appena potei mi chinai a baciarle piangendo e dicendo: “cos’hai fatto Signore? Sono diventate un po’ le tue per fare il miracolo del tuo perdono e della tua Eucaristia”.

Cosa comporta per te l’essere sacerdote?

Sono stato consacrato la terza domenica di Avvento, la domenica della gioia. Ho scelto questa domenica prima del Natale perché la gioia che ho nel cuore per aver seguito il Signore, fosse la gioia di tutti coloro che avrei incontrato nel mio cammino.

Ho vissuto questi venticinque anni di sacerdozio con questo pensiero: non mi appartengo più. Quando celebro la messa, è Gesù che scende sull'altare attraverso le mie mani per essere cibo per tutti. E tutte le volte che non l’ho fatto mi giungeva puntualmente un rimprovero interiore: “ma non mi avevi donato tutto?”.



Sei anche un frate Minore Conventuale. Cosa significa per te essere sacerdote francescano ad Assisi?

Oggi sono qui, nel luogo dove è presente san Francesco, a ringraziare il Signore con un rinnovato desiderio di appartenergli sempre più e a rendermi disponibile perché la gioia del Vangelo raggiunga tutti.
Le note distintive di Francesco erano la lode ed il Ringraziamento e come lui anch'io ringrazio il Signore perché attraverso le mie mani scende ancora sull'altare e mi chiama a fare questo in memoria di Lui. Si serve delle mie mani per benedire, per assolvere nella confessione. Si serve della parola per confortare chi soffre, per incoraggiare chi è preso dall'avvilimento, per sostenere chi sta per essere schiacciato dalla fatica, chi non ne può più.

Da pochi mesi il Signore mi ha anche chiamato a svolgere un nuovo servizio: guidare, accompagnandolo, il cammino formativo dei giovani frati verso la professione solenne (definitiva) e al sacerdozio.



Sento forte questo passaggio di Dio nella mia vita e posso solo dire grazie Signore per tutto questo e lodarlo con Maria con le sue parole: “l’anima mia magnifica il Signore…”


(nella foto p. Francesco con alcuni chierici e frati ) 

venerdì 20 dicembre 2013

Messa "Rorate" al Franciscanum

Questa notte prima che sorgesse il sole, quando ancora fuori era completamente buio, con la sola luce di alcune candele, abbiamo celebrato la Messa "Rorate", tipica del Tempo d'Avvento.




Ma che cos'è la " Messa Rorate"?

Il mondo è ancora immerso nel peccato e Israele, il Popolo santo di Dio, sta aspettando con gemiti la venuta del Messia.
La Chiesa si unisce umilmente alla preghiera del profeta Isaia: 
"Rorate Caeli desuper et nubes pluant justum" (Stillate Cieli, dall'alto, e le nubi facciano piovere il Giusto). (Is 45, 8)




L'Avvento non è solo il Tempo di Attesa ma piuttosto l'inizio della venuta del Signore nel mondo.

Siamo in Avvento, stiamo aspettando la venuta del nostro Redentore.
A causa dei nostri peccati si è fatta notte per noi.... stiamo nel buio, lontano da Dio. Ma già spunta e ci viene incontro la luce del Salvatore del mondo, che sta per venire a redimere il mondo......





                                                                                         la Fraternità del Franciscanum

venerdì 29 novembre 2013

29 Novembre: Festa di Tutti i santi dell'Ordine Serafico



Il 29 Novembre è un giorno molto particolare per tutta la grande famiglia francescana: Oggi infatti festeggiamo tutti i santi della nostra famiglia ed insieme rinnoviamo la professione dei consigli evangelici che abbiamo promesso al Signore. Vogliamo così parteciparvi la nostra gioia per il dono della vocazione religiosa francescana.

L’Ordine Serafico è stato in ogni tempo focolare di santità: questo è il motivo della sua vitalità spirituale che lo fa perennemente rifiorire. I suoi figli Santi (del primo, secondo e terzo Ordine) appartengono ad ogni condizione sociale e ad ogni popolo. Ci sono martiri, dottori, sacerdoti, fratelli religiosi, laici, vergini, sante donne... Una moltitudine immensa radunata intorno al grande Poverello, «recante il segno del Dio vivo».La festa di tutti i Santi dell’Ordine Francescano si celebra in questo giorno, perché il 29 novembre 1223, Onorio III confermò solennemente la Regola di Frate Francesco, già approvata verbalmente nel 1209 da Innocenzo III. L’originale della Regola è conservato tra le reliquie nella Basilica di S. Francesco in Assisi.

Impariamo a prediligere le cose umili
Dalla «Apologia pauperum» di san Bonaventura vescovo
Il nostro Salvatore quando dice: «Beati i poveri in spirito» ci invita alla perfetta rinuncia delle cose temporali; quando poi dice: «Beati i miti», ci spinge all’abnegazione della propria volontà e al rinnegamento delle attrattive dei sensi, che ci rendono violenti e sfrontati. Aggiungendo: «Beati gli afflitti», ci incita a fuggire per sempre i piaceri della carne; e ancora, con le parole: «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia» e «Beati i misericordiosi», vuole che la nostra anima apprenda la giusta, santa e volenterosa sopportazione del prossimo.A queste Beatitudini aggiunge: «Beati i puri di cuore» e «Beati gli operatori di pace», con cui ci chiama più su, a compiere azioni che danno chiarezza alla mente e portano pace nel cuore, facendo sì che l’anima divenga conforme alla celeste Gerusalemme, nome che significa «visione di pace». In ultimo, con le parole: «Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli», quasi chiudendo il cerchio, torna a quanto aveva detto all’inizio: in questa Beatitudine infatti sono come riassunte e compendiate tutte le altre.A conferma di ciò vi è la testimonianza di Francesco, patriarca dei poveri, che all’inizio della sua Regola propone i tre capisaldi della vita religiosa: «La Regola dei Frati Minori consiste nel mettere in pratica il Santo Vangelo di Gesù Cristo, vivendo nell’obbedienza, nella povertà e nella castità». E in seguito raccomanda altre tre cose, che integrano e in certo modo completano le precedenti: «Riflettano i frati che devono desiderare più di ogni altra cosa di possedere lo spirito del Signore e di agire secondo la sua santa volontà; che devono saper pregare Dio con cuore puro e possedere l’umiltà e la pazienza nelle tribolazioni e nelle malattie; che devono avere una predilezione speciale per quanti ci perseguitano, ci disprezzano e ci insultano».Con questo ammonimento Francesco propone in primo luogo l’elevazione di tutto l’agire in Dio; poi raccomanda l’accettazione gioiosa di tutte le tribolazioni e la carità fattiva e squisita verso il prossimo.In tal modo l’uomo perfetto con i tre voti è crocifisso al mondo, e con le tre successive raccomandazioni è reso conforme a Dio, in modo che con le sei ali serafiche si distacchi per sempre dalle cose di questo mondo e penetri nelle divine.Fu cosa degna che Cristo, nella apparizione serafica, imprimesse le sue stimmate, come sigillo di conferma e di autenticità, nelle carni sacre di questo Poverello, che osservò e insegnò nella forma più genuina la perfezione evangelica, affinché, nella pericolosa caligine degli ultimi tempi, ci sia offerto un chiaro segno che illumini il cammino della perfezione. A condizione però che impariamo a non desiderare ciò che dà onore e prestigio, ma a prediligere le cose umili e nascoste.


(c. 3, nn. 8-10 - Quaracchi, VIII, 246-247)




Rito della Rinnovazione dei voti second il messale Romano - Serafico

Superiore della Comunità:

Seguendo l’esempio del nostro Padre San Francesco, il quale ripeteva con
frequenza: Incominciamo di nuovo, fratelli, a servire Dio nostro Signore perché
fino ad ora abbiamo fatto poco o quasi nulla, preghiamo il Signore, fonte di
ogni perseveranza, per noi suoi figli, che oggi rinnoviamo davanti alla Chiesa
la nostra fedeltà al Vangelo con la rinnovazione della nostra professione.
Tutti pregano in silenzio per un po’ di tempo, quindi il Custode dice:
Guarda, Signore, questi tuoi figli, che nella tua provvidenza hai condotto alla
perfezione evangelica; nella tua misericordia concedi loro che, perseverando
sempre nel tuo amore, giungano alla meta del cammino che hanno intrapreso
con entusiasmo. Per Gesù Cristo nostro Signore.

Tutti:  amen.

Terminata la preghiera, tutti i frati dicono:

Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Dio, Padre santo e giusto,
Signore Re del cielo e della terra, ti benedico e ti rendo grazie
perché con la forza del tuo amore mi hai chiamato
a seguire le orme del tuo Figlio diletto,
il Signore nostro Gesù Cristo, nella forma di vita
che ispirasti al tuo servo Francesco e per avermi sorretto col tuo amore
nel cammino di questi anni di professione religiosa.
Con la forza dello Spirito Santo oggi rinnovo a te,
con tutto lo slancio del cuore,
il voto di vivere in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità;
e insieme confermo l’impegno
di professare la vita e la Regola dei Frati Minori
confermata da papa Onorio,
secondo le Costituzioni del nostro Ordine.
Padre santo, concedi che, sostenuto da Maria Immacolata,
Vergine fatta Chiesa e modello della vita consacrata,
per l’intercessione del Padre san Francesco e di tutti i Santi,
con l’aiuto dei fratelli,
perseveri sino alla fine nel santo proposito
e, per tua sola grazia, giunga a te, o Altissimo,
che nella Trinità perfetta e nella Unità semplice
vivi e regni glorioso nei secoli dei secoli. Amen.

Il Superiore dice la seguente preghiera:

Lode, gloria, onore e rendimento di grazie al nostro Dio.
E a noi, che abbiamo rinnovato l’impegno di osservare la forma di vita del
Padre san Francesco, scritta a salvezza delle nostre anime, la benedizione in
cielo dell’altissimo Padre, e in terra la benedizione del suo Figlio diletto col
santissimo Spirito Paraclito.

Tutti : amen.
                                                                                                
                                                                                           fr. Daniele Maria

giovedì 21 novembre 2013

Testimonianza di un nostro fratello....

Pace e Bene a tutti.Oggi vogliamo condividere con voi la testimonianza di un giovane frate che da poco ha emesso la sua professione solenne ed è stato, poco dopo, ordinato Diacono. Preghiamo che il Signore susciti nei cuori di tanti giovani il desiderio di donarsi più radicalmente a Lui e ai fratelli.



“Grandi cose ha fatto in me l'onnipotente”


Dopo cinque mesi dalla mia partenza dal Franciscanum sono tornato ad Assisi per qualche giorno. In questi giorni ho sperimentato la bellezza dell'incontro con persone care e ho potuto riflettere sui doni che il Signore mi ha fatto negli anni che ho trascorso in questa comunità e, in modo particolare, negli avvenimenti degli ultimi mesi.

Questo anno è stato un anno molto particolare per me: a fine giugno ho concluso gli studi teologici in Assisi, il 21 luglio ho risposto in maniera definitiva alla chiamata del Signore con la professione solenne dei voti nella famiglia francescana conventuale e l'8 novembre sono stato ordinato diacono dall'Arcivescovo di Malta. Il Signore mi ha chiamato a seguire il suo Vangelo radicalmente e mi sta accompagnando nel mio cammino di sequela e di ministero. Non è facile esprimere la gioia che viene dalla consapevolezza di annunciare il suo amore e servire il mondo nel suo nome.

Chiedo a voi, lettori di questo blog, di lodare il Signore con me perché ha fatto nella mia vita grandi cose perché egli è Santo. Invoco su di voi la benedizione dell'Altissimo, dal quale viene ogni bene. 



fra Christian A. Borg OFM Conv.

giovedì 14 novembre 2013

Inizio nuovo anno....



Pace e bene a tutti!!


Finalmente i giovani frati  di san Francesco tornano ad aggiornare il loro blog.

Anche quest’anno è iniziato con un bel cambiamento. A Luglio la Comunità ha salutato tre chierici che hanno lasciato il Franciscanum a conclusione del loro percorso formativo. Si tratta dei nostri fratelli fr. Alfonso, fr. Christian e fr. Joseph. 
Ma ha anche dovuto salutare i tre formatori (il rettore fr. Vincenzo, il vice rettore fr. Giovanni ed il padre spirituale fr. Roberto) che nel frattempo sono stati chiamati ad altri incarichi. 
A Settembre sono quindi arrivati ad Assisi i nuovi formatori: il rettore fr. Francesco, il vice rettore fr. Charles e il padre spirituale fr. Giuseppe, provenienti rispettivamente da Marche, Malta e Puglia. 

Ma non sono stati i soli a varcare le soglie del Franciscanum; si sono infatti uniti ben otto nuovi fratelli, freschi della prima professione dopo il loro anno di noviziato al Sacro Convento: fr. Sosthene, fr. Massimiliano, fr. Salvatore, fr. Daniele, fr. Peter, fr. Hunor, fr. Daniele e fr. Salvatore. 
Si aggiungono alla comunità di post-novizi già presenti dallo scorso anno che adesso raggiunge il numero di ben 17 chierici. 




Ad essi vanno aggiunti anche altri frati. Da quest’anno infatti il Franciscanum oltre alla comunità dei chierici sarà la casa anche di alcuni frati che formeranno una comunità stabile: il Guardiano fr. Egidio, poi fr. Daniel, fr. Silvestro, fr. Adrian (ma già presente al Franciscanum da alcuni anni come economo).

Il Signore vi doni la Sua Pace...

la Fraternità del Franciscanum



giovedì 13 giugno 2013

Un calcio alla fraternità


Ogni anno, alcuni studenti dell’Istituto Teologico di Assisi (ITA) animati da buona volontà e passione sportiva, organizzano un torneo di calcio A5 conosciuto, dagli esperti di settore, con il nome di Futsal. Vi partecipano religiosi, laici e seminaristi iscritti all’ ITA o ISSRA, con la possibilità di convocare un giocatore per squadra, non facente parte della cerchia degli studenti. Di solito il torneo inizia dopo la sessione di esami di febbraio e si conclude a metà maggio, una settimana prima della fine delle lezioni. Con l’aiuto del buon Dio e con la forza della persuasione, si riescono a coinvolgere circa 6 o 7 squadre, anzi, in passato erano molte di più, ma il calo di vocazioni alla vita donata al Signore ha contribuito ad una buona decimazione. Appartenenti a diversi Ordini religiosi, Istituti di vita consacrata e società di vita apostolica, insieme a seminaristi e alcuni laici, si danno “battaglia” per conquistare l’ambito trofeo del primo classificato. Qualcuno potrà domandarsi, ma un frate con la pancia riesce a correre dietro una palla? La risposta è: il più delle volte no! Ma la provvidenza si sperimenta anche all’interno del perimetro di gioco. Bene il frate con la pancia che vi scrive è fra Alfonso, ormai è il mio quinto e ultimo torneo qui ad Assisi, non per motivi di peso ma perché tra un paio di mesi tornerò in Abruzzo per continuare il mio percorso di formazione alla vita donata a Gesù. Bene! Arriviamo al dunque. In questi anni, la nostra squadra dei francescani conventuali, non è riuscita mai ad arrivare prima. Vi chiederete il perchè? La ragione principale è che la campagna acquisti la si fa con i fratelli che il Signore ti dona e la provvidenza non pesca sempre gli ex giocatori di serie A compagni di squadra di Alessandro Del Piero in nazionale under 18, come fu con fra Graziano Lorusso. Bei tempi! Oggi per lo più, ci sono frati che desiderano muoversi un pò per scaricare le fatiche dello studio e per vivere momenti di comunione. Si! Proprio la comunione. Giocare insieme aiuta a conoscersi meglio, e avere un obbiettivo comune aiuta a formare uno spirito di gruppo. Allenta le resistenze e vengono fuori i lati positivi o anche quelli negativi. Mi spiego con due esempi. Quest’anno abbiamo avuto il portiere, fra Rocco, che ha deciso di buttarsi nella mischia pur consapevole dei propri limiti tecnici, non tutti hanno fatto scuola calcio in passato, ma lui, pur subendo qualche goal di più è rimasto fedele sino alla fine, incoraggiando i compagni di squadra e chiedendo sempre scusa per le sue paperelle. Dopo il lato positivo, veniamo al lato negativo, il mio! Pur avendo giocato in passato non sono riuscito a mantenere un comportamento fraterno, richiami di troppo, lamenti e anche qualche urlo! L’agonismo mi ha dato alla testa e ha fatto saltare qualche fusibile. Bene! Veniamo alla conclusione. Siamo arrivati quarti su sei squadre iscritte, abbiamo avuto uno spirito combattivo e non abbiamo mai mollato, se non per qualche istante quando eravamo in svantaggio. Ci siamo conosciuti più in profondità e dopo massimo un giorno dalle sconfitte cocenti, abbiamo ritrovato serenità e letizia sapendo che l’importante nella nostra vita è essere minori, virtù francescana che si acquista a prezzo di sconfitte agli occhi del mondo. Il nostro trofeo deve essere quello di riuscire ad amare i fratelli che il Signore ci dona con lo stesso amore che lui ci ha mostrato, offrendosi totalmente e definitivamente nella passione e morte in Croce, ma non è finita quì! Dio Padre lo ha risuscitato e lo rende presente ogni giorno nel Sacramento dell’Eucarestia, alimento fondamentale della nostra vita, forse non ci aiuta a correre di più, ma sicuramente ci trasforma in persone vere e leali, amanti del bene e di tutto ciò che valorizza l’uomo, compreso lo sport. Un saluto a tutti. P.S. Sé qualcuno di voi leggendo ha desiderio di iscriversi il prossimo anno con la nostra squadra: The Avengers, questo è il nostro nome, faccia riferimento al nostro capitano, il mitico marchigiano doc fra Luca.

                                                                                                                           fr. Alfonso Di Francesco

martedì 30 aprile 2013

Festa del Franciscanum; famiglia di famiglie







In occasione della giornata mondiale di preghiera per le vocazioni (21 aprile), nella nostra comunità si è svolta la festa del Franciscanum, alla quale hanno partecipato anche i nostri familiari, per lo meno coloro che hanno avuto la possibilità di essere presenti.
Con loro abbiamo condiviso innanzitutto la preghiera (ed è infatti con la celebrazione eucaristica di sabato, nella quale abbiamo ricordato la dedicazione della nostra cappella, che abbiamo aperto questo week-end), i pasti, ed infine i momenti fraterni (ad esempio la presentazione della comunità e dei servizi pastorali svolti da ciascuno di noi). Alla fine del pranzo di domenica, i nostri familiari sono ripartiti verso casa, chi per mete più lontane (Calabria), chi per mete più vicine (Abruzzo, Lazio e Marche).
Quello che ci portiamo nel cuore da questa esperienza è in primis la gioia di aver potuto condividere con i nostri genitori, fratelli e sorelle uno “spicchio” della nostra quotidianità nella sua concretezza: questo è un aspetto importante, specialmente per aiutarli a superare tutti quei pregiudizi e stereotipi che spesso si possono avere sulla vita del frate.
In secondo luogo (e questo è forse l’aspetto principale) ci rimane nel cuore la felicità di aver potuto rivedere quelli che sono sempre i nostri cari, anche nella lontananza fisica (ma non nello Spirito).
E qui è bene specificare che entrare in convento non significa rinunciare ai propri affetti, ma semplicemente viverli in una maniera diversa, nel senso che il rapporto con la propria famiglia non condiziona più le proprie scelte di vita, che sono invece fatte a partire dalla relazione con un Dio che diventa il punto di riferimento della propria esistenza; questo però non significa non avere più niente a che fare con essi.
A conferma di ciò, san Francesco diceva che nei momenti di difficoltà non bisogna mai abbandonare i propri familiari (è celebre l’episodio in cui vendette il libro dei Vangeli, aiutando con il ricavato la madre povera di un frate) e che la madre di un frate è la madre di tutti i frati.
Queste affermazioni ci aiutano a comprendere che un vero frate non rinuncia mai alla propria famiglia carnale: essa semplicemente non ha più il primo posto, che spetta solamente a Dio. Il quale non si pone in competizione con essa, anzi, il suo scopo è realizzare il suo vero bene, cioè renderla parte di una famiglia immensamente più grande, che è la Chiesa.
Ecco, questo è lo spirito con il quale abbiamo cercato di vivere questi giorni di festa e siamo sicuri che anche le nostre famiglie lo hanno ricevuto, accolto e fatto proprio.      fr. Luca marcattili

sabato 6 aprile 2013

In cammino con il Risorto !!!


Nello stupore ancora vivo della scelta del nome Francesco del nuovo papa, la nostra comunità entra nel triduo pasquale dopo aver vissuto gli esercizi  spirituali dal 22 al 27 Marzo predicati da fr. Giancarlo Corsini presso la casa delle suore della Sacra Famiglia a Spoleto, riflettendo sulla minorità.
Durante questo tempo ciascuno ha potuto vivere lasciandosiraggiungere da Dio e ripensare la propria chiamata seguendo la scia degli esempi di minorità proposti dal predicatore: dai personaggi biblici alle figure di santi e di persone a noi vicine.
L’esempio di “minorità” più prossimo è certamente il sacrificio di Cristo, che in questi giorni la liturgia ci fa rivivere.
La nostra comunità vivrà questi giorni nella basilica di S. Francesco insieme alla comunità dei frati del Sacro Convento e al nuovo Custode,fr. Mauro Gambetti.
Nel pomeriggio di mercoledì Santo ci siamo uniti alla comunità diocesana di Assisi, attorno al vescovo mons. Domenico Sorrentino, per la celebrazione in Cattedrale della Messa Crismale. Mentre giovedì pomeriggio ci ha visti partecipare nella basilica di S. Francesco alla Messa in Coena Domini presieduta dal padre Custode.
Alcuni di noi sono stati chiamati a far parte dei dodici ai quali il Custode ha lavato i piedi. Un gesto posto al centro dell’attenzione a motivo della particolarità della celebrazione del Santo Padre, che ha lavato i piedi a dodici ragazzi del carcere minorile di Roma.
Un gesto che dopo duemila anni fa riflettere: la grandezza di Dio che si china sulla piccolezza dell’uomo a compiere il gesto del servo. Un gesto oggi quanto mai profetico per la Chiesa e l’intera società, a partire dalla nostra piccola comunità francescana, perché richiama la logica del servizio e del dono.
Al termine della celebrazione del Giovedì Santo, l’Eucarestia è stata solennemente riposta sull’altare preparatoper l’occasione, dinanzi al quale i frati ed i pellegrini hanno reso onore al memoriale del dono di Cristo, in particolar modo durante il Venerdì Santo, quando Cristo dona se stesso sulla croce: è il sacrificio della Croce che svela il senso del sacrificio eucaristico.
In comunità abbiamo festeggiato questo mirabile dono continuando la festa della celebrazione eucaristica con la convivialità della cena. È stato il momento per ravvivare il ricordo del momento scelto da Cristo per donare stesso: lo stare insieme a tavola.
Il Venerdì Santo è iniziato con il canto delle lodi in basilica inferiore e l’accoglienza della tradizionale processione del Cristo morto.Il giorno è proseguito con la singolare riflessione dinanzi alla croce di Cristo e al dono del suo Corpo eucaristico: non il giorno del dolore ma dell’accoglienza piena del suo dono gratuito d’amore. È stata la solenne Azione Liturgica del pomeriggio a far rivivere il supremo momento dell’offerta di Cristo sulla croce.Nella serata ci siamo uniti alla popolazione di Assisi nella processione che ha accompagnato la statua di Maria Addolorata e del Figlio morto.
Il Sabato Santo la liturgia quasi tace, ma nel suo silenzio contiene la forza della vita nuova, perché c’è la consapevolezza che la morte non è l’atto definitivo. Come la comunità degli apostoli era riunita in preghiera, così la nostra comunità si è riunita per il canto delle lodi in basilica.
In comunità si percepisce un continuo lavorìo di preparazione, e a sera inoltrata ci siamo radunati in basilica per  vivere insieme la liturgia della grande notte, quella che illumina tutte le notti dell’uomo. È stato acceso il cero pasquale e si è cantato l’Alleluja; un canto che ha taciuto per quaranta giorni perché potesse esplodere nel petto di ogni persona, come quei germogli che sotto terra accumulano forza vitale perché poi alla luce del sole della primavera esplodano in tutta la loro bellezza, così il Cristo Risorto è esplosione di gioia per l’umanità.
Di ritorno dalla veglia della pasquale la comunità ha festeggiato con lo scambio degli auguri prima che il fisico cadesse nel sonno, seppur gioioso.
La celebrazione della Domenica di Pasqua, presieduta dal Legato pontificio, Card. Attilio Nicora, ci riunisce ancora insieme per gustare il dono sempre nuovo del Corpo e Sangue di Cristo, gioia che prosegue nel pranzo insieme alla comunità del Sacro Convento ma che “deve”manifestarsi anche sul volto di ognuno di noi, lieto e gioioso come frate Francesco chiedeva a tutti i suoi frati.

fr. Rocco Predoti

sabato 30 marzo 2013

Quaresima: storia della nostra salvezza


Ogni anno con il tempo della Quaresima il cristiano è invitato a compiere, o meglio a ripercorrere le grandi tappe della storia della propria salvezza, al fine di poter incontrare Dio e fare esperienza di concreta della sua grazia, che si manifesta pienamente nella Pasqua di Cristo Risorto.
Con lo stesso intento anche noi frati del Franciscanum abbiamo vissuto questo temo provvidenziale di grazia. Consapevoli, però, che l’iniziativa di tale esperienza rimane di Dio. È Lui che in questo tempo viene incontro a noi, alle nostre attese, ai nostri drammi, e con la sua parola annuncia ciò che ha compiuto e ancora vuole compiere di giorno in giorno per noi e per la nostra liberazione.
Le esperienze vissute in questa Quaresima 2013 ci hanno aiutato a scoprire di volta in volta il suo progetto di salvezza tracciato per ciascuno di noi. Si è trattato di un itinerario iniziato mercoledì, 13 febbraio, in Cattedrale con l’imposizione delle ceneri, e compiutosi sabato notte, 31 marzo, con l’annuncio della Pasqua.
In questo spazio di tempo diverse sono state le occasioni che ci hanno preparato all’incontro con Cristo Risorto. Certamente, in questo cammino non è mancato l’impegno personale e comunitario a una conversione del cuore e della mente, per amare e capire se stessi e gli altri come fa Dio. le “pratiche quaresimali” che la Chiesa propone sono quelle di sempre: preghiera, digiuno e carità, ma il modo di viverle e concretizzarle le rendono ogni volta nuove e ne arricchiscono il significato. Per noi frati, queste sono state la possibilità di vivere momenti particolarmente intensi come: la pratica della “Corda Pia”, ogni venerdì pomeriggio alla basilica di s. Francesco, con la quale abbiamo fatto memoria dell’evento delle stimmate nell’esperienza di s. Francesco. Sempre di venerdì la possibilità di partecipare alle varie “Via Crucis” preparate per le stradine di Assisi, assieme ai fedeli che di volta in volta si univano in processione per la preghiera. da non dimenticare le “Lectio divinae” guidate da persone esperte della Parola e che ci hanno aiutato a ritrovare il gusto di pregare con essa. Come anche l’incontro con fra Guglielmo Spirito che ci ha introdotto alla Quaresima e il ritiro spirituale comunitario con fra Gabriele Lupi. Altri eventi significativi sono stati il Capitolo della Custodia di Assisi e l’esperienza di servizio offerta nelle basiliche, coi pellegrini, durante i lavori capitolari: questi, anche se apparentemente “marginali”, sono stati in realtà provvidenziali perché ci hanno posto in un atteggiamento di docilità allo Spirito Santo.
Non da ultimo, dobbiamo ricordare gli esercizi spirituali, animati quest’anno da fra Giancarlo Corsini sul tema «Essere frati minori». Gli spunti di riflessione sono stati tanti e molto stimolanti: ci hanno permesso di riprendere il tema dell’anno formativo in corso dalla prospettiva esperienziale, con continui richiami alle situazioni di vita concreta e personale. Ebbene questi momenti, arricchiti dalle liturgie del Triduo della settimana Santa, sono stati tutti occasioni di grazia, che certamente hanno permesso a vivere con maggiore intensità la Quaresima di quest’anno.
Il grande racconto della storia della salvezza nella notte di Pasqua è anche il racconto delle nostre situazioni di vita, dove possiamo fare esperienza di salvezza e incontrare Cristo… dove? Quando? La veglia pasquale ci farà rispondere: in noi, ora e qui! Auguri felici di una santa e serena Pasqua dai frati del Franciscanum!
Per il Franciscanum
Fr. Giovanni M. Nappo