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lunedì 30 aprile 2012

Giovani Frati Riempiono Assisi


Incontro europeo di frati in formazione per rinnovamento e fraternità

Con la vita religiosa in Europa in declino, l’arrivo di 300 giovani frati francescani, che hanno riempito le piccole strade medioevali d’Assisi la settimana dopo Pasqua, è sembrato quasi fuori luogo, una pagina di storia di un passato glorioso.

Dal 10 al 14 aprile l’Ordine dei Frati Minori Conventuali ha radunato ad Assisi tutti i frati europei in formazione: coloro che non hanno ancora fatto i voti perpetui di povertà, castità ed obbedienza. Chierici francescani di Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Germania, Austria, Inghilterra, Italia, Repubblica Ceca, Malta, Francia, Spagna, Turchia e Libano sono stati per una settimana di preghiera, condivisione fraterna e testimonianze nella piccola città italiana dove l’Ordine è nato nel 1200.

Nonostante il “successo” per la gran quantità di partecipanti, non ho avuto l’impressione che lo scopo della settimana fosse quello di gloriarsi per il numero dei presenti.

Invece, due sentimenti dominanti hanno colorato quest’esperienza: una reale consapevolezza del bisogno di rinnovamento nell’Ordine e una gioia contagiosa nello scoprire la profondità della nostra famiglia, che supera barriere di lingua e cultura, nel desiderio comune di seguire Cristo.

“Noi abbiamo bisogno di frati innamorati del Signore, non di frati che sono bravi a fare cose,” ha detto il Ministro Generale, p. Marco Tasca, nella sua omelia alla Messa conclusiva a La Verna. P. Marco ha confidato il timore che nell’Ordine in Europa ci sia un cambiamento di valori: dall’“essere” in una relazione profonda con Cristo a un “fare” tante attività non-essenziali.

Gli organizzatori della settimana hanno cercato di stimolare i giovani francescani con diverse testimonianze di frati che vivono esperienze particolari di missione. Una delle testimonianze più controverse è stata quella della comunità dei frati che vivono a Chôlet in Francia. Con il suo stile di povertà intenzionale, vita comunitaria e preghiera carismatica attira migliaia di fedeli agli incontri delle famiglie e alle attività giovanili.

Il modello francese è stato ben recepito da molti frati radunati ad Assisi, ma ha creato problemi per altri. “Com’è possibile rifiutare uno stipendio e poi chiedere i soldi agli altri, specialmente in questo tempo di crisi economica – chiedeva un frate – Non è una povertà vera, non è giusta”.

Il secondo sentimento che ha dominato quest’esperienza nasce dalla ricchezza di stare insieme con fratelli provenienti da diversi ambiti di vita, ma che cercano tutti di seguire Cristo. Sia nell’incontro con i vecchi compagni di formazione, sia nella discussione sulla musica carismatica con un fratello polacco che fa parte di un gruppo cattolico di musica rock, oppure nell’ascolto della testimonianza sulla grazia dell’adorazione eucaristica di un frate inglese che prima faceva parte di una comunità monastica, mi ha colpito una profonda gioia di essere parte di questa famiglia francescana così ricca di “diversità”.

un frate del Franciscanum

sabato 21 aprile 2012

Esercizi Spirituali

Essere Missionari Francescani Oggi


Dal  30 marzo al 4 aprile la nostra comunità del Franciscanum ha vissuto l’esperienza degli esercizi spirituali. Questi sono per ognuno un momento di pausa dai ritmi quotidiani. È tempo sacro a Dio, tempo che Dio si sceglie per “parlare al cuore di ognuno”. Il beato Giovanni Paolo II descrive gli esercizi spirituali come “un’esperienza forte di Dio che nasce dall’ascolto della Parola. Ascolto che scende nella concretezza della vita, e con il silenzio, il raccoglimento, la preghiera e l’aiuto di una guida, ci dà la capacità del discernimento per purificare il cuore”.

Il tema degli esercizi è stato: “Essere missionari francescani oggi”. Questi sono stati animati da fra Domenico Paoletti, che ci ha aiutato a meditare commentando il testo del buon samaritano (Lc 10, 25-37). Il brano racchiude in sé molteplici dinamiche, in particolare cosa vuol dire ‘farsi vicino’ al prossimo. Si tratta di un aspetto che richiama lo stile missionario francescano, e cioè farsi vicino all’uomo di oggi nei vari ambiti della vita, soprattutto in quella di fede. Questa parabola ci porta al centro della vita cristiana: l’Amore che si protende verso gli altri. Con esso la missione acquista il suo significato più profondo: amare ed abbracciare tutti. San Francesco d’Assisi è modello del samaritano, che nell’episodio dell’abbraccio del lebbroso diventa icona fortissima di questo amore che accoglie tutti.

Le giornate degli esercizi sono state scandite da due meditazioni quotidiane, dall’Eucarestia, dalla preghiera comunitaria, e dal tempo per la riflessione personale e il silenzio. Tale esperienza è stata per noi tutti un tempo di grazia, uno ‘spazio’ per incontrare Dio nella storia entrando in noi stessi. Di fronte a questo amore gratuito non resta che tacere e stupirsi, e come il samaritano condividerlo con i fratelli nella gioia.


Buona Pasqua